All’inizio dell’anno in corso, 2023, l’INPS ha aggiornato il simulatore previsionale per il calcolo dell’assegno pensionistico. Da ciò, pur con gli opportuni distinguo relativi alle particolarità categoriali, quel che appare evidente è un peggioramento sistemico della corresponsione economica dovuta ai singoli lavoratori per il lavoro svolto. Aggiungendo a questo, inoltre, l’ulteriore peggioramento relativo all’arco temporale durante il quale occorrerà lavorare.

Per semplificare, un venticinquenne che adesso entra per la prima volta nel mondo del lavoro potrà andare in pensione per sopraggiunti limiti di età a 67 anni (probabilmente nel 2026 questi limiti saranno ancora innalzati).

Questo scenario, in futuro ma scritto sin da oggi, deve inoltre tener conto dell’aspetto inflattivo. L’inflazione, intesa come un aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, genera sempre una diminuzione del potere d'acquisto della moneta. E se un aumento del 2% appare all’attuale scuola economica come perseguibile e sperabile, a maggio 2023 essa era all’8,2%. Tale valore è pacificamente negativo, perché con esso anche la classe media risente delle progressive difficoltà nel gestire la spesa quotidiana e previsionale.

Si pensi alla sottoscrizione di un mutuo, altro benchmark fondamentale per determinare le proprie capacità economiche. A tutt’oggi, settembre 2023, con l’EURIBOR al 3,7%, il tasso fisso delle principali banche ha come riferimento il 4,5%.

Sale quindi, a largo spettro, la cosiddetta tassazione indiretta, che colpisce indistintamente tutte le categorie sociali attraverso l’accollo della stessa inflazione da parte del lavoratore.

Nondimeno occorre sottolineare il superamento della soglia psicologica (e logica) dei 70 anni come limite minimo per il raggiungimento dell’età della pensione.

A fronte di tutto ciò è pacifico come anche la categoria degli operatori ANS vedrà radicalmente modificata la propria posizione contributiva.

Storicamente essa ha beneficiato nel lungo periodo di tutele importanti da un punto di vista economico, ovviamente a fronte delle grandi responsabilità operative di cui è intriso il lavoro ATC. La soglia dell’età pensionabile è significativamente inferiore, per adesso, a quella media sociale; sempre nell’ottica della necessaria assunzione di condizione ottimale per fornire la performance migliore.

Ulteriore mutamento letteralmente epocale è stato, e sempre più sarà, il passaggio dal metodo del calcolo retributivo a quello contributivo, avente come spartiacque la legge 335 del 1995, cosiddetta riforma Dini.

Prima di quella data la pensione si basava esclusivamente sul calcolo retributivo, calcolando l’assegno sulla media delle retribuzioni lorde corrisposte nell’ultimo anno lavorativo. Ciò permetteva di ottenere una pensione vicina agli ultimi introiti stipendiali, perché l’apice della carriera è sempre il periodo più pesante a riguardo dell’ammontare stipendiale e lato contributi versati.

Con il 1996, per ridurre la pressione sull’INPS, su una parte di lavoratori, il calcolo dell’assegno pensionistico viene basato sul metodo contributivo ovvero su ciò che effettivamente si è versato durante gli anni lavorativi. Poi dal 2012 tutti i lavoratori sono rientrati nel metodo contributivo.

Va da sé che la riduzione progressiva degli stipendi e dei massimali contributivi imposti dalla normativa ha enormemente eroso le capacità contributive del lavoratore; così che non solo la base, ma anche coloro che al momento occupano i livelli intermedi della piramide sociale risentiranno drasticamente di tale mutamento.

Un futuro quasi completamente scritto oggi quindi, che già mostra i suoi effetti su quei colleghi prossimi alla pensione.

Da un consistente campione derivato dall’appartenenza ad ANACNA, molti controllori provengono dal mondo militare, nati tra il 1965 e il 1980 e appartenenti alla generazione X. I più giovani appartengono invece alla categoria sociale più recente dei millennials, ovvero coloro nati fra gli inizi degli anni ‘80 e la fine degli anni ’90 del XX secolo.

Al momento1/3 dei CTA operativi sono millennials, coloro cioè che saranno radicalmente impattati dalle riforme oramai strutturali al sistema.

I CTA X sono ulteriormente suddivisi in due categorie sociali. Coloro con passato militare, che hanno avuto modo di uscire dalla linea operativa con il vantaggioso metodo retributivo, e coloro che, ancora operativi, sono prossimi alla pensione con il cosiddetto sistema misto.

La pensione mista è suddivisa in due quote, una retributiva ed una contributiva. La prima è costituita da una media delle retribuzioni percepite negli ultimi 5 anni di lavoro. La seconda invece, in base alla media delle retribuzioni percepite dal 1996 in poi.

Diversamente, i CTA millennials appartengono alla categoria di lavoratori interamente contributivi. Volendo semplificare, costoro si vedono accantonare il 33% della loro busta paga lorda. E tale importo sarà quello che verrà corrisposto come assegno pensionistico; in accordo ai passaggi di categoria, agli aumenti stipendiali, ai rinnovi contrattuali (considerando anche le modiche in peius).

L’importo della pensione è inoltre ottenuto attraverso i cosiddetti coefficienti di trasformazione. I coefficienti di trasformazione variano in base all’età pensionabile.

Più tardi si esce dalla linea operativa maggiore sarà il coefficiente di trasformazione.

Più tardi si va in pensione più aumenta il coefficiente di trasformazione perché i propri contributi dovranno essere spalmati su un arco temporale più breve, ovvero perché l’intervallo tra la data della pensione e l’aspettativa di vita si riduce. 

Nello specifico nostro categoriale, un controllore del traffico aereo viene messo in quiescenza al raggiungimento dei 60 anni di età con la perdita contestuale della licenza abilitativa allo svolgimento della professione.

Tale regolamentazione, in contrasto con la legislazione generale e in connubio con i continui mutamenti normativi a cui la materia previdenziale è stata sottoposta negli anni, determina molti problemi.

Per questo ANACNA da circa un anno porta avanti un progetto di tutela per i propri associati che cura il calcolo della pensione spettante alla decorrenza prevista, verificando la completezza e correttezza dell’estratto conto contributivo e indicando le procedure da seguire per la sistemazione dello stesso ove si riscontrassero incongruenze e/o errori. Il progetto, che finora ha avuto il focus sui colleghi nati tra il 1962 e il 1967, è stato esteso a coloro nati tra il 1968 e il 1977. Un arco temporale questo solo apparentemente incongruente con i bisogni attuali della categoria ma che invece è sostanziale, pensando solo che eventuali incongruenze con il versato e maturato potrà essere preteso solo per i 5 anni precedenti alla richiesta (il resto si prescrive).

Dall’analisi delle pratiche sinora processate, si evincono alcuni punti sostanziali:

  • I CTA della generazione X riceveranno un assegno pensionistico ancora in grado di far fronte all’attuale aumento inflazionistico attestandosi intorno al 65%/70% dell’ultima retribuzione.
  • I CTA millennials riceveranno un assegno pensionistico che si attesta intorno al 45% dell’ultima retribuzione.
  • I CTA più giovani riceveranno un assegno pensionistico che si attesta intorno al 33% dell’ultima retribuzione.

Occorre quindi acquisire consapevolezza sull’effettivo ammontare del proprio assegno pensionistico per intraprendere le dovute accortezze e tutele.

Se sei associato da 2 anni o più al momento della richiesta e sei nato tra il 1968 e il 1977 puoi richiedere l’assistenza dell’Associazione con una mail a calcolopensione@anacna.it

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